corpo astrale antonio origgi
Il corpo astrale

Fin da ragazzo sapevo dell’esistenza del corpo eterico, del corpo astrale, dei corpi mentale inferiore, superiore, causale e così via. Lo sapevo perché avevo letto libri di teosofia e altri ancora. Ma al di là delle teorie, non avevo mai colto l’importanza pratica di questi corpi, forse perché non veniva spiegata o forse perché non ero riuscito a comprenderla.

Fatto sta che ci ho messo più di trent’anni per individuare e capire chi sono il Sé fisico, il Sé istintivo, il Sé mentale, l’Io e il Superconscio e soprattutto comprendere che non sono “corpi” e basta, ma coscienze, cioè veri e propri soggetti pensanti e autonomi. Da questi soggetti dipende la nostra vita e sono soggetti con cui possiamo e dobbiamo interagire se vogliamo comprendere il senso della vita, diventare maestri di noi stessi e realizzare il sogno per cui abbiamo scelto di incarnarci.

Avendo però dimenticato, o quasi, ciò che avevo letto da ragazzo e avendo ultimamente incontrato persone e scritti che mi parlavano di spiriti che si presentavano con le sembianze corporee, di defunti con cui interagire, di anime che rimanevano a contatto con gli esseri umani, mi erano sorti diversi dubbi. So chi sono sul piano animico, so qual è la forma sottile dell’anima che assomiglia alla fiamma di una candela e il cui colore dipende dalla provenienza planetaria, so che quella forma non ha nulla a che fare con la forma del corpo fisico e allora non riuscivo a comprendere tutto il discorso sui defunti e sugli spiriti. Pensavo che una volta morti l’anima si staccasse dal corpo e riprendesse la vita animica nella sua forma sottile, quella della fiamma, e lasciasse questo piano. Come era possibile quindi comunicare con i morti?  Ho così ripreso in mano “Il corpo astrale” di Powell, mi sono ricordato ciò che avevo letto tanti anni fa e sono spariti i dubbi.

Ovviamente è evidente che il corpo eterico altro non è che il corpo sottile, dove sta la coscienza del Sé fisico, il corpo astrale è la componente sottile del Sé istintivo, il corpo mentale inferiore è la componente sottile del Sé mentale, il corpo mentale superiore altri non è che la componente sottile dell’Io osservatore e il corpo causale è un altro nome con cui i teosofi chiamano il Superconscio.

Il corpo astrale in teosofia e nelle scuole spirituali indiane viene chiamato Kama, che significa desiderio. In effetti, per chi ha letto “Le 3 menti inconsce” è chiaro che nel Sé istintivo, che vive di bisogno di affetto e sicurezza, il desiderio è il motore che lo spinge ad appagare i suoi bisogni primari: desiderio di amare, di essere amato, di essere visto, di essere riconosciuto, di essere appagato socialmente, e così via. Il corpo astrale “ …. è dunque messo in attività mediante le attrazioni o repulsioni provenienti dagli oggetti circostanti” definizione che calza a pennello per il Sé istintivo.

A parte il comprendere il concetto di spiriti che affronterò tra poco, rileggere il libro di Powell mi ha reso felice anche perché ho visto la completa assonanza tra la formazione dei vari corpi eterico, astrale, mentale, come conseguenza dello sviluppo della vita sul pianeta Terra e l’evoluzione delle coscienze dei Sé fisico, istintivo e mentale a partire dalla cellula fino all’essere umano.

Dunque, arriviamo finalmente a ciò che ho riscoperto e mi ha permesso di allineare completamente i concetti di Sé istintivo e corpo astrale, non solo per quanto riguarda la vita terrena, ma anche per ciò che accade alla morte del corpo fisico.

Alla morte la coscienza si ritira dal corpo fisico denso, rimane nel corpo eterico per qualche ora, poi passa nel corpo astrale. Dice Powell:  “La morte è dunque un fenomeno con cui l’uomo si spoglia dei suoi involucri. L’Ego (finalmente qua si usa il termo Ego nel suo vero significato dell’Io osservatore) che è la parte immortale dell’uomo, scuote da sé, uno dopo l’altro, i suoi involucri esteriori: prima il corpo fisico denso, poi il doppio eterico e infine anche il corpo astrale, come vedremo più avanti.”

Salto molti passaggi in quanto superflui rispetto a ciò che vogliamo comprendere, ma è importantissimo il concetto che segue: dopo la morte “…questa essenza (il Sé istintivo) è viva, ma non intelligente. Istintivamente, ciecamente e senza ragione, per raggiungere i suoi fini essa manifesta grande ingegnosità nel realizzare i suoi desideri e … per provare tutte le vibrazioni più grossolane del piano terreno. Essa desidera conservare la sua vita e sente di poter fare ciò solamente mantenendo il suo legame con l’uomo (L’Io osservatore, che dopo la morte del corpo si sta allontanando dal piano fisico): è cosciente del mentale inferiore (del Sé mentale) dell’uomo, sente che quanta più materia mentale riuscirà ad attirare a sé (sente che tanto più tiene collegato il pensiero del Sé mentale ai desideri), tanto più lunga sarà la sua vita astrale.

Inoltre, l’individuo (l’Io osservatore) in tale condizione può reagire soltanto alle vibrazioni ricevute attraverso il suo corpo astrale. Tutto si svolge come se l’uomo fosse rinchiuso in un involucro di materia astrale, in modo che egli non può vedere né sentire se non le cose del piano inferiore e più grossolano. Pur vivendo in mezzo alle più alte influenze e alle più belle forme-pensiero, esso è quasi completamente incosciente della loro esistenza.

A poco a poco l’involucro esterno si disgrega; l’individuo (l’Io osservatore) diventa allora capace di rispondere alle vibrazioni del livello immediatamente superiore del piano astrale: in tal modo egli si è elevato sino al sotto-piano superiore.

Il fenomeno della riorganizzazione del corpo astrale (il periodo in cui il Sé istintivo vuole rimanere legato alla Terra tramite il desiderio) che si verifica nella maggior parte delle persone, può essere evitato dall’individuo (l’Io osservatore) che vi oppone la sua volontà. L’elementale del desiderio (il Sé istintivo) viene a trovarsi in preda alla paura e tenta di comunicare i suoi timori a colui che dovrebbe impedirgli di riorganizzare il corpo astrale. Ecco una delle ragioni per cui è utile conoscere queste cose prima della morte (per riconoscere che la paura è solo del Sé istintivo che vuole rimanere legato ai suoi attaccamenti e con la volontà scegliere di andare oltre). Anche se è avvenuta la riorganizzazione è possibile disgregarla: ciò può essere fatto da una persona che desidera aiutare l’individuo e consentirgli di lavorare liberamente sul piano astrale, invece di essere chiuso in un solo sotto-piano (quest’ultima parte significa che possiamo aiutare i defunti a lasciare il piano astrale per proseguire il percorso verso la loro realtà).

Non sarebbe troppo insistere sul fatto che all’epoca della morte non avviene alcun brusco cambiamento nell’uomo; egli resta esattamente come prima, con la sola differenza che non ha più il corpo fisico. Ha lo stesso intelletto, lo stesso carattere, le stesse virtù e gli stessi vizi, la perdita del corpo fisico non lo trasforma in un altro uomo, così come egli non resta trasformato per il solo fatto che si spoglia del soprabito. Le condizioni in cui viene allora a trovarsi sono quelle stesse da lui create con i suoi pensieri e i suoi desideri. Non vi è alcuna specie di ricompensa né di punizione che provenga dall’esterno, ma soltanto il risultato di ciò che egli ha fatto, detto e pensato durante la sua vita nel mondo fisico. A misura che procederemo nello studio della vita astrale dopo la morte, vedremo che la realtà corrisponde con molta esattezza alla concezione cattolica del purgatorio e all’ade o mondo degli inferi dei greci.”

Dopo la morte fisica la permanenza della coscienza dell’Io osservatore nel corpo astrale e la sua intensità dipendono da un gran numero di fattori, legati soprattutto all’evoluzione raggiunta sul piano terreno, alla maturità emotiva e alla capacità di lasciare andare gli attaccamenti, pur senza privarsi di una vita appagante. Il tempo di tale permanenza può variare da un periodo relativamente breve a decine di anni.

Ecco dunque tutto chiarito. Tutti i contatti con spiriti e defunti sono contatti con quelle anime che si trovano ancora sul piano astrale e non hanno quindi ancora abbandonato il denso involucro di quel piano.

Come affermo spesso durante i miei seminari, non parlo mai di ciò che non ho sperimentato personalmente, però questi elementi di connessione tra ciò che ho sperimentato sul piano fisico e ciò che conosco sperimentalmente sul piano sottile mi mancavano. È vero che quanto riportato nel presente articolo non posso affermarlo per certo, è però anche vero che queste spiegazioni vanno a colmare puntualmente e con buon senso a una mancanza di conoscenza sperimentale di ciò che accade tra la vita terrena e la vita dell’anima libera dal piano materiale. Inoltre quanto riportato permette anche di spiegare con una buona dose di logica a tutti gli eventi che mi sono stati riportati da persone fidate che hanno avuto e hanno contatti con spiriti e defunti.

Tutte le parti in corsivo sono tratte dal libro “Il corpo astrale” di Arthur Powell

 

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